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Vie d’uscita dalla miseria, la decadenza e la disperazione – La creazione di un ponte verso un mondo armonico… 

… attraverso il principio del “Sumac Kawsay” o “Splendida Esistenza”, una volta imparato a trovare il “punto intermedio” fra gli estremi che caratterizzano l’esistenza; attraverso il Qhapaq Ñan, il “Cammino dei Giusti”, l’equilibrio dell’unione nella diversità; attraverso una vita piena e ricca, che passa per il godimento della propria esistenza e l’abbandono della brutta abitudine di cercare il vantaggio personale creando discordia, distruggendo l’equilibrio e l’equità, violando, insomma, l’uguaglianza, la pluralità e la diversità. (Javier Lajo, Perù)

 

Riflessioni e prospettive sulle condizioni necessarie
per lo sviluppo di un’Umanità Pacifica e del Buon Vivere
- Il "Sumac Kawsay" della cultura andina

 

L’attuale cambiamento di paradigma:
umanizzare invece di civilizzare*

 

Wolfgang Fischer

Traduzione dall’inglese di Elisa Farina, Translations For Progress

 

versione pdf versione inglese versione russa versione tedesca versione spagnola versione francese

 

*Il libero arbitrio comporta una dicotomia interna al processo di socializzazione.1

Per molti, il concetto di “civilizzazione” è avvolto da un’aura negativa. Le cause sono diverse: l’influenza millenaria esercitata su di essa dal sistema patriarcale, la violenza cui si sono dimostrate inclini le società, le conseguenze di tale violenza, ecc. Troppo è stato distrutto in nome della civilizzazione. Pertanto, in questo contesto, il concetto di civilizzazione viene messo a confronto con quello di umanizzazione. Si vuole esporre chiaramente quali siano le condizioni essenziali per il successo del processo di umanizzazione, così come i fattori che ne causano il fallimento, che portano, cioè, alla disumanizzazione. Quest’ultima si presenta sotto forma di schiavitù dell’umanità, di trasformazione dell’uomo in soldato, in robot che funziona in base alle regole del sistema e che alla fine perde la propria capacità di rigenerarsi. Ciò, a propria volta, ha conseguenze sociali ed ecologiche.

Questa dicotomia è propria solo dell’essere umano. È un punto debole della nostra specie. Tale debolezza, tuttavia, contiene anche potenzialità creative del tutto nuove. Le considerazioni proposte in questo articolo, che analizzano le condizioni sociali plasmate da un sistema matriarcale, delineano i caratteri di una società in cui l’assenza della dominazione ed il rispetto del principio della non violenza garantiscono il naturale processo di apprendimento che sfocia in una umanità e responsabilità del tutto umane. Questa forma di umanizzazione comporta modi di socializzazione che assicurano culture e stili di vita sensibili e flessibili, volti alla conservazione dell’equilibrio. Fosse anche per interesse personale, a nessuno verrebbe mai in mente di abbandonare lo spazio creativo del benessere comune e dell’arricchente diversità.

 

Premessa: Effetto e significato profondo delle parole

Nel momento in cui si promuove la nascita di un’umanità pacifica, è assolutamente necessario essere precisi. L’uso accurato di concetti quali “patriarcato”, “matriarcato”, “anarchia” o “acrazia” serve ad evitare confusioni ed offrire prospettive prive di ambiguità. Ritengo che l’esempio migliore sia quello offerto dal termine “anarchia”. Il suo significato, profondamente radicato nel subconscio collettivo, evoca immagini di caos incontrollato, nel quale si può portare ordine solo attraverso l’azione di un governante, portavoce di un potere centralizzato. Da questa premessa derivano molte delle forme di potere conosciute dall’uomo: patriarcato, monarchia, gerarchia, ecc. Si tratta di un fatto ampiamente riconosciuto, una strada frequentemente praticata, una realtà che trova la propria legittimazione nell’inclusione del concetto in dizionari ed enciclopedie. Tuttavia, un’analisi più approfondita dell’origine storica ed etimologica del termine getta una luce completamente differente sul suo vero significato. La radice della parola “anarchia” non è "archos" (αρχός), che vuol dire “capo/ governante”, ma "arché" (αρχή), che significa “origine, inizio, ventre, principio”.

È interessante ed indicativo notare che la radice profonda del termine “arché” è stata repressa, se non addirittura sostituita, allo scopo di servire i sacri interessi della tradizione patriarcale, la tradizione dominante. Rivedere l’interpretazione del termine “anarchia”, dunque, porta a reinterpretare la Storia. Dall’immagine dell’assenza di una figura concreta − il governante − si passa all’idea (ancora più negativa) di ignoranza e vuoto concettuale, dal momento che il termine originale “an-arché” significa senza inizio. Nella prospettiva dei temi sociali, questo termine, ovviamente, non porta da nessuna parte, a meno che non si affrontino, riconoscano e combattano le radici e le cause reali di certe condizioni ecologiche e sociali, in modo particolare se l’obiettivo che ci si pone è il cambiamento. Parallelamente, il dibattito riguardo il patriarcato ed il matriarcato, nonché il loro reale significato, assume un’importanza senza precedenti. Di per sé, inizialmente i due termini non hanno nulla a che vedere con il concetto di dominazione. Il significato di “patriarcato” propone l’individuo maschile, “il padre”, come elemento superiore ed unica forza creativa. Dall’altra parte, la parola “matriarcato” rimanda al concetto di madre, ventre, natura, come origine dei frutti che nasceranno. Nel corso della storia, il sistema patriarcale, quale forma mentis e filtro di percezione della realtà, ha portato alla nascita di un ordine fondato sul monoteismo, la guerra contro tutto e tutti, il progresso tecnologico a spese dell’integrità sociale ed ambientale. Il sistema patriarcale esalta la “gerarchia piramidale”, espressione in cui il primo termine ha come radice “hieré” (ιερή), che significa “sacro”, ed il secondo “arché” (αρχή), che, come si diceva, vuol dire “origine, inizio, ventre, principio”. Ciò implica che le società patriarcali si sottomettono ad individui che considerano “sacri” e che, in realtà, sono solo un’illusione. Si tratta di entità, per lo più uniche e monolitiche − un dio, un imperatore, un governo, senza alternative −, in favore delle quali viene sacrificata la vita quotidiana della comunità intera. Un sacrificio che va a beneficio di coloro che si trovano al vertice e che sostengono di rappresentare l’autorità superiore di ciò che, in realtà, è solamente un feticcio.

Le ricerche scientifiche dimostrano che cinquemila-settemila anni fa i popoli si organizzavano unicamente secondo sistemi matriarcali. In culture di questo tipo, il benessere quotidiano rappresentava lo scopo primario. I membri della comunità imparavano a distinguere gli obiettivi fondamentali da quelli arbitrari, o addirittura distruttivi. Di fatto, queste società non arrivavano mai a sviluppare quei comportamenti bellicosi e devastanti che oggigiorno minacciano l’esistenza stessa dell’umanità. La struttura delle società matriarcali non ricorda una piramide, quanto piuttosto una linea orizzontale, nell’ambito della quale l’unione nella diversità rappresenta la condizione sine qua non per la prosperità della comunità. Il matriarcato propone uno stile di vita in cui le dinamiche sociali sono determinate dalle necessità quotidiane, e non da ideologie arbitrarie, fantasie o prospettive e concetti illusori. La vita è dedicata al perseguimento del benessere individuale e sociale attraverso il soddisfacimento dei bisogni sessuali e di diverso tipo. Tuttavia, nonostante l’atteggiamento violento assunto dalle società patriarcali al fine di conquistare il mondo − in modo assolutamente pernicioso −, la vita, come concetto senza tempo, si è sempre affidata, e di fatto continua ad affidarsi, all’abbondanza materna.

In questo senso, un ruolo fondamentale nella creatività naturale e nel processo riproduttivo del genere umano è svolto dall’interazione, deliberata e felice, fra i sessi, così come fra tutti gli altri settori coinvolti. L’ostacolo principale alla piena realizzazione di questo principio è la tensione − dolorosa e distruttiva per definizione − fra le regole coercitive create dall’uomo ed il semplice funzionamento della natura. Il tormento della storia non è che una conseguenza diretta del modo aberrante in cui il genere umano si è sviluppato. Riprendendo l’idea di base che ci ha condotti fin qui, l’uso accurato dei concetti e della terminologia ci permetterà di definire con precisione l’orientamento che vogliamo darci in quanto comunità umana. Questo ragionamento ci porta a comprendere il concetto di “acrazia” − α- (prefisso di negazione) + κρατία, kratía (potere, dominazione, forza) −, che, nel suo significato reale di “senza dominazione”, si propone come il termine perfetto per indicare quella condizione sociale in cui la mancanza di un dominatore è il risultato di una scelta collettiva, della preferenza per forme organizzative più appropriate, autonome e “reali”. La società matriarcale, dunque, si presenta come l’espressione per eccellenza della società acratica, la società non violenta.

 

Imparare a capire le cause dell’attuale crisi dell’umanità

Comprendere approfonditamente le caratteristiche e le radici della crisi in cui versa attualmente l’umanità significa fare un primo essenziale passo avanti per elaborare le strategie migliori per superare questa situazione. Un’analisi accurata delle dottrine capitalistiche e comuniste dimostra che, al di là degli sforzi compiuti da entrambe per confutarsi a vicenda − sforzi che hanno portato ad uno scontro ideologico infinito e costoso −, in realtà entrambe sono strumenti di uno stesso sistema patriarcale che ha allungato la propria innaturale ombra fino ad oggi. Poiché questo tema non è ancora stato trattato in modo adeguato dalla corrente di pensiero dominante, è necessario promuovere un dibattito ampio e trasversale a più settori, se si vuole evitare l’auto-distruzione che oggigiorno minaccia l’umanità.(1)

In questa circostanza, è imprescindibile elaborare un quadro completo della situazione, poiché le principali strutture organizzative promosse dalla civilizzazione stanno mettendo in pericolo le fondamenta stesse della vita. È necessario dimenticare e dissolvere in toto ogni dogma ideologico e religioso che nel corso della storia dell’umanità ha imbrigliato le nostre menti. Abbandonare un atteggiamento incentrato sui propri interessi personali significa aprire gli occhi su un più ampio ventaglio di prospettive che può, in modo efficace, incanalare le nostre capacità, motivazioni ed azioni verso una convivenza creativa che l’uomo sogna da sempre.

 

Nel momento in cui, giorno dopo giorno, prosciughiamo
i fertili terreni creati artificialmente per il mostro umano,
prepariamo, al contempo, l’ambiente ideale
affinché il processo di umanizzazione
ci ricopra dei suoi gratificanti frutti

 

Quali idee e modelli comportamentali hanno reso impossibile fino ad oggi la realizzazione della Pace Globale?

Finché le comunità saranno dominate dall’egoismo, il nazionalismo e gli atteggiamenti improntati sulla distruttiva centralità dell’io, i loro membri continueranno a vivere come schiavi. A ciò si aggiunge la distruzione dell’equilibrio naturale e creativo a causa di uno schema basato sullo sfruttamento, tipico del patriarcato e, oggigiorno, dei sistemi capitalistici e socialisti. Questi ultimi propongono il così detto “progetto democratico di libertà”. Un progetto che, evidentemente, è profondamente contraddittorio, dal momento che gli organi centrali della società, ovvero le elite religiose e politiche, si comportano come parassiti che traggono infinito vantaggio dallo sfruttamento della base. In questo sistema viziato, l’individuo si arrende alla schiavitù della mente. Come sostenuto da Kurt Tucholsky, i sorveglianti non sono più necessari: le società globali mantengono da sole la propria rotta autodistruttiva.

Per via della propria tradizione millenaria, queste dottrine si trovano profondamente radicate nella mente dell’uomo e prendono la forma di principi basilari come: la natura è crudele e la gente è cattiva; “il bene ed il male” sono propri della natura; la guerra esiste da sempre e pertanto esisterà per sempre; uno, la fortuna, se la crea da solo; la donna ha devuto sottomettere l'uomo, ecc..(2)(7) Ragionamenti di questo tipo − presenti in ogni angolo della Terra − sono all’ordine del giorno e nel proprio obsoleto fondamentalismo rivelano una profonda immaturità umana, che riduce drasticamente le possibilità di sopravvivenza della nostra specie.

La natura non ha un’inclinazione omicida. La società umana, nella propria dimensione più violenta, è disposta a soccombere al proprio istinto omicida per soddisfare interessi secondari quali la ricchezza o il potere. Anche il cinismo è un’invenzione umana. Quella che l’uomo interpreta erroneamente come crudeltà della natura, in effetti non è altro che un ordine creativo volto al benessere del pianeta nel suo complesso, nonché ad un equilibrio più ampio. La vita, nella sua totalità, sarebbe stata condannata all’estinzione fin dalle origini, se le singole creature non fossero state obbligate, istintivamente o geneticamente, a rispettare le leggi alla base dell’equilibrio naturale, quelle stesse leggi che hanno portato l’evoluzione a raggiungere un picco preliminare alla rottura del suddetto equilibrio naturale. Dobbiamo accettare il fatto che tale rottura è dovuta a quella rischiosa dicotomia che è conseguenza diretta della nascita e del predominio di società irrequiete e violente.(3)

Al contrario, le pacifiche comunità indigene dimostrano − in questa stessa epoca − di possedere una comprensione profonda e sicura della Natura. Prima che la (in)civiltà patriarcale le sottoponesse ad un massacro cui pochi sono sopravvissuti, il loro avvertimento, in ogni luogo ed in ogni momento, era: Con il suo stile di vita, “l’uomo bianco” distrugge la propria esistenza. La loro cultura riconosce i legami esistenti fra gli esseri viventi e promuove una profonda empatia verso ognuno di essi. Per questo, i membri di queste comunità sono capaci, oggi come allora, di distinguere fra dolore e vera gioia, fra realtà autosufficienti ed illusioni devastanti, fra distruzione e creatività. Per natura, essi rifiutano il pericoloso progresso tecnologico, per quanto sbalorditivo, in favore di stili di vita più naturali. Preferiscono imparare dalla natura e dal suo “flusso di informazioni flessibile ed ascendente”, con l’obiettivo di copiare la natura, non di distruggerla.(4)  Non si può negare che la crisi in cui versa attualmente la civiltà moderna è frutto della sua stessa aberrazione, conseguenza di stili di vita cannibalistici e distruttivi. Ciò è evidente a tutti i livelli: dai singoli individui ai gruppi sociali agli stati nazionali.

 

Quando l’uomo smette di seguire il proprio spirito innato
- lo Spirito della Vita -,
e comincia a farsi guidare da interessi secondari, quali il denaro o il potere,
- da quel momento, egli si trasforma in una macchina, un robot controllato da forze secondarie ed estranee

 

Perché, esattamente, l’uomo si è spinto sull’orlo dell’estinzione?

Analizzando il caso particolare del Cristianesimo, un’attenzione particolare merita il concetto perverso del “peccato originale”, che brilla per i propri effetti (auto)distruttivi.

Già da bambino non capivo come il morso dato alla mela dell’albero della conoscenza potesse essere proibito e carico di conseguenze fatali. Gustare quel delizioso frutto non poteva causare l’esilio dal paradiso, perché mangiare la mela, e dunque apprendere, crescere nella conoscenza e nella saggezza, era esattamente ciò che mi veniva richiesto. Il processo di apprendimento doveva gettare le basi per la mia vita futura. Come si può pensare che la volontà di conoscere debba essere punita, come un peccato o un crimine?

La mia risposta è: Capire ed agognare la conoscenza, imparare, dunque, non è mai inopportuno. Fare un uso sbagliato di ciò che si ha appreso, un uso che non rispetti l’ambiente in cui si è inseriti, può avere, invece, conseguenze fatali.

Vorrei illustrare la mia tesi descrivendo due possibili modi di sfruttare il dono della vita, il proverbiale frutto dell’albero della conoscenza. La prima strada passa per l’irresponsabile distacco dalla natura, l’abbandono deliberato dal tutto interconnesso e la caduta nel terribile abisso del declino sociale, ecologico e spirituale. La seconda vede l’uomo coltivare legami costanti e profondi con l’insieme della vita, prendere coscienza del proprio ruolo nella natura e partecipare attivamente allo sviluppo continuo ed equilibrato che guida verso il futuro.

 

Poco importa quanto numerosi siano stati, nell’arco dei secoli, gli obbedienti seguaci dei sommi sacerdoti
- essi non si trasformeranno mai in una prova della legittimità che solo apparentemente fu data agli ecclesiastici dai loro dei.
Al contrario, essi sono la prova del divieto che fu loro imposto di ricercare dio in se stessi,
in un percorso che li avrebbe portati a servirsi delle proprie capacità autonome e del tutto umane per creare un mondo per sempre in pace.

 

La via sbagliata

Ogni ordine sociale che si basi sulla dominazione e la subordinazione va contro la naturale organizzazione dell’evoluzione, di per sé creativa, caotica ed amante della diversità. Tali sistemi raggiungono il progresso attraverso la minaccia del castigo e l’effettivo uso della violenza, da una parte, e la promessa illusoria di assoluta libertà, dall’altra. Questo progresso nasce dai principi sbagliati elaborati, fondamentalmente, dal patriarcato. Esso si basa sull’imposizione di limiti e barriere alla vitalità, al naturale flusso dell’energia vitale, e sulla distruzione della diversità naturale e dell’unità ed integrità cosmiche. Il risultato è l’abbattimento dei pilastri fondamentali della natura e degli equilibri universali fra opposti dinamici e complementari.(5)

Nel corso dei millenni, i sistemi violenti delle organizzazioni gerarchiche dominanti hanno consolidato il principio della forza sovrana, rendendolo intrinseco alla società umana ad un livello tale che, nonostante gli sforzi compiuti sulla via dell’emancipazione e dell’illuminazione, ad oggi ancora troppe persone lo vedono come uno status quo immutabile: privo di alternative, normale e suppostamente naturale. La distruzione e le barriere poste all’ordine naturale sono fenomeni del tutto sconosciuti a molti o addirittura entusiasticamente accettati da altri. I processi di apprendimento, che la natura ha plasmato in modo da guidare l’uomo verso il riconoscimento dell’autentica realtà, vengono piegati in favore della conservazione del principio di autorità. L’arte della corruzione viene presentata come politica progressista. Ogni atteggiamento volto a raggiungere il benessere collettivo viene trattato con disprezzo, ridicolizzato, sacrificato in favore dello sfruttamento “innocente” di ogni risorsa umana e naturale, incurante degli svantaggi e delle terribili conseguenze che provoca. Come sempre, ogni alternativa viene soppressa.

Vorrei insistere su questo punto: riconoscere l’urgenza e la portata travolgente della globale condizione di miseria in cui viviamo − a causa del nostro dannoso modus vivendi − è la chiave per decidere, in qualsiasi momento, di infrangere quelle regole ed abbandonare quelle abitudini che si oppongono alla vita. Spaventati dalla ciclicità della Storia, che si ripete una volta dopo l’altra, coloro che si ribellano alle pericolose illusioni degli ordini dominanti e si rifiutano di tradire la vita o la natura vengono perseguitati. A ogni modo, se i loro giusti sforzi non avranno prodotto risultati prima che lo stato di miseria raggiunga l’apice, l’umanità è condannata a sparire.

 

 

 

Patriarcato - Scienza dogmatica - Civilizzazione

 

- La diversità viene gestita secondo il motto: divide et impera!

- La competitività estrema infrange il naturale divieto di uccidere.

- La supremazia degli attuali poteri temporali, di conseguenza, si basa sull’ingiustizia ed il crimine.

- Da migliaia di anni, le civiltà patriarcali plasmano gli stili di vita secondo il principio della dominazione.

- Qualsiasi mentalità che promuova la disuguaglianza sociale è incapace di mantenere l’equilibrio creativo.

- Per questo, numerose culture tollerano ancora forme più o meno evidenti di misoginia, schiavitù e violenza.

- Nel corso della storia, l’industrializzazione è stata finanziata con le risorse rubate alla natura e ai popoli indigeni.

- Il generale declino della vita e la perdita di prospettive per il futuro non sono fenomeni naturali, ma causati dall’uomo.

- In evidente contrasto con le proprie promesse umanitarie, la politica, con la propria ipocrisia, sta spingendo il mondo nel degrado.

 

 

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L’atto di mangiare carne umana e bere sangue umano - in modo divino, reale  o anche solo metaforico -
rappresenta sempre una tradizione malata e contraria alla ragione.
Costituisce un crimine contro la natura e l’umanità, tanto quanto gli abusi su minori.
Motivazioni religiose non possono essere addotte come alibi
così come buoni propositi educativi non possono giustificare la violenza
- le conseguenze individuali e sociali sono macabre quanto
l’accettazione, la celebrazione o l’adorazione di una croce,
una forca, una sedia elettrica, un’iniezione letale o tanti altri comportamenti o armi mortali.

 

La via d’uscita: La via naturale, l’evoluzione dell’essere

La strada alternativa prevede che i benefici individuali derivanti dai frutti dell’albero della conoscenza diventino proprietà collettiva, sulla base del naturale amore per la vita e dell’innato desiderio di sopravvivenza. Sentimenti, questi, che garantiscono il benessere dell’ambiente terreno: il giardino dell’Eden.

Il dolore e la gioia, in questo contesto, sono vere e proprie guide, che, assieme al naturale processo di apprendimento, costituiscono delle autentiche mappe concettuali, che forniscono un orientamento chiaro.(6) In assenza di interessi diversi, è difficile che il flusso di informazioni in libero movimento nelle aree più ricettive di un cervello in crescita venga interrotto o viziato. Quanto più rapido è l’intervento dell’esperienza, un’esperienza pura e priva di restrizioni, tanto più grande si rivela la possibilità di imparare attraverso un sensibile processo ascendente che trasmette la lezione della vita con un prezzo molto basso di dolore e distruzione.(7) La vita, seppur in modo flessibile, rimane sempre orientata all’integrità del tutto. La tutela di ogni singolo elemento garantisce il naturale sviluppo sequenziale e la diversità della vita, le sue possibilità, le sue capacità, i suoi frutti, nel prolifico Giardino dell’Eden.

La nascita, il consolidamento e l’esaltazione globale di una religione creata, nella propria forma più pura, sulla base di una cultura naturale e sensibile, è possibile solo se non se ne perde di vista l’essenza, con il suo scopo e significato profondo. Se l’umanità vuole sopravvivere, deve dotarsi, a livello mondiale, di una cultura che faccia rivivere le tradizioni indigene attraverso la promozione di un comportamento ecologico e sociale che salvaguardi l’ambiente. La razza umana − in contrapposizione al regno animale e vegetale − non ha un istinto o un patrimonio genetico che la guidino naturalmente verso un comportamento che rispetta la vita. Per questo, deve imparare ad agire diversamente, se vuole sopravvivere. Per raggiungere lo scopo, è assolutamente necessaria una totale trasformazione del modus operandi. Ci troveremmo di fronte ad un nuovo rinascimento: la creazione di una cultura che riprende la tradizione della creatività genetica e al contempo conserva i principi demiurgici che la alimentano. Tale cultura si pone in completa antitesi con lo stile di vita attuale, basato sul consumismo ed il liberalismo distruttivo. La tanto nota globalizzazione.

 

Quali presupposti mentali possono permettere alla vita di rifiorire?

La costituzione sociale, ecologica e spirituale dell’essere naturale

Se si parte dal presupposto che tutti gli esseri vivano in perfetta armonia, risulta evidente che una tale situazione non può essere migliorata. La natura si è dotata di un’organizzazione perfetta e si sviluppa secondo la propria totalità intrinsecamente creativa. Ogni elemento è legato a tutti gli altri per il proprio bene. La qualità creativa di questa condizione fondamentale da una parte concretizza la sempre crescente diversità di organismi e strutture fisiche del mondo esterno e dall’altra, apre possibilità e capacità di sviluppo responsabile della dimensione spirituale. In questo modo, sulla base dell’esperienza, stabilisce quali creature possano esistere e quali invece debbano perire. Definisce l’interazione e l’unione dei due diversi regni. Così si impone il giusto equilibrio. Il libero arbitrio dell’uomo è l’unico elemento capace di creare incertezza in questo sistema e di degradare la vita portandola sull’orlo della distruzione.(8) Nell’attuale contesto socio-politico, dovuto fondamentalmente alla tradizione patriarcale, l’amore per la vita rappresenta l’unico strumento in grado di trasformare questa cinica condizione in una realtà del tutto diversa, plasmata sui bisogni reali. Questa trasformazione va nella direzione di una vera umanizzazione. È liberatoria e diffonde il processo di umanizzazione dal piano locale al livello globale.

Andando al di là dell’obsoleto approccio delle teorie politiche − che non mettono in dubbio il principio della dominazione e si dimostrano unicamente interessate al proprio beneficio − e dei postulati religiosi − che con la loro negazione della divinità individuale mettono in pericolo la vita −, propongo, personalmente, un metodo diverso, che parte dall’analisi della psiche umana. Ponendosi in questa prospettiva, è anzitutto necessario porsi una domanda: quali sono le oscure condizioni e relazioni che invece di promuovere la consapevolezza e la responsabilità nei confronti del paradiso in terra che ci è stato donato, fanno leva sulla costante disponibilità dell’uomo a creare realtà spaventose?

Ritengo sia ovvio che tali condizioni sono quegli orientamenti culturali e spirituali che, da una parte, risultano dai fattori naturali (clima, geologia, cosmo)(3) e, dall’altra, vengono creati da fattori umani (l’intenzione, il libero arbitrio). Essi rappresentano i pilastri su cui si basa lo sviluppo individuale e, ad un livello superiore, lo sviluppo sociale. Se la fortuna vuole, tale sviluppo avviene nel genuino rispetto della natura e delle sue leggi, volte a guidare l’individuo su un processo di apprendimento e sperimentazione continui e a spingerlo verso una partecipazione totale nella realtà cosmica. In questo caso, le condizioni di base di cui si parlava agiscono in favore della natura. Sono matriarcali, indigene, divine, creative, collaborative, complete e sane, orientate e limitate alla vita. La vita, così, si fa liturgia (λειτουργία leiturgia ‚servizio pubblico‘) - “minka”, per usare il termine proprio della cultura andina -, piena di gloria ed abbondanza.

In caso contrario, se prevalgono orientamenti forzati ed artificiali, l’uomo si muove verso obiettivi ed opinioni immaginari, in nome dei quali sacrifica la natura, la sua diversità e l’integrità. Si impongono orientamenti metafisici che pretendono di guidare l’essere umano al di là dei propri limiti fisici. Così, ci troviamo di fronte ad un uomo che cammina sull’acqua o ad una donna che concepisce un figlio senza che la sua verginità venga violata. Tutto ciò nega l’ordine cosmico e lo sostituisce con la creazione e la fede in ordini del tutto arbitrari. Questi ultimi rappresentano un terreno fertile per civiltà violente e promuovono, generalmente, i benefici di pochi a spese dei più. Sono ordini innaturali, sprezzanti della vita, parassitici, completamente dediti alla distruzione. Ovviamente, condizioni di questo tipo portano alla degenerazione della vita. L’ingannevole gloria ed abbondanza della vita si trasformano “alchimisticamente” e drasticamente in perversità e carenza.(9)

Coloro che sono consapevoli del reale ordine creativo, levano la propria voce e contribuiscono alla creazione di condizioni culturali dedite alla sopravvivenza. È essenziale dissolvere la nebbia e le ombre gettate da filosofie di vita sbagliate ed insufficienti, da tutte quelle religioni, politiche, ideologie e concezioni dell’uomo che ignorano quella cultura che realmente è stata alla base della società da tempo immemorabile e che sicuramente rappresenterà la base anche delle generazioni future.

 

Cominciamo dai bambini

La pace in terra è un obiettivo che può essere raggiunto solo se le società smettono di frenare i propri bambini e cominciano a prestare una consapevole attenzione al problema principale: la sistematica atrofia dell’infanzia. Secondo un’abitudine violenta ed obsoleta, ai bambini, di per sé estremamente ricettivi, viene insegnato a non sentire la gioia o il dolore, impedendo, così, il genuino processo di apprendimento. In questo modo, i piccoli non imparano le due principali lezioni dell’esperienza: la soddisfazione che può dare la via sicura e gli errori cui essa induce in realtà. È risaputo che nella prima fase dello sviluppo di un bambino (dai 0 ai 3 anni), i genitori, la società e la cultura − all’apice di modelli d’istruzione ascendente − hanno la responsabilità di garantire che il piccolo non diventi un adulto ignaro, una vittima indifesa di quelle mappe concettuali sbagliate ed ingannevoli stabilite dalle tradizioni autoritarie.(6)

Se si continua ad insegnare ai bambini a sacrificare la vita in favore di interessi secondari, difficilmente essi potranno raggiungere il livello di affidabilità e responsabilità propria della maturità umana. In questo modo, si rende impossibile l’umanizzazione della società, così come lo sviluppo di stili di vita empatici, la solidarietà e la pace. È per questo che le culture creative attribuiscono un’importanza centrale alle possibilità illimitate derivanti dal garantire ai piccoli ampi spazi e grandi opportunità, condizioni che permettono loro di vivere la vita in un’atmosfera priva di paure e sospetti. L’innocente curiosità di cui sono dotati i bambini li dota di una mente aperta e sensibile. Sulla base di un’esperienza senza limiti, essi si concentrano sul proprio processo di maturazione, autonomo all’interno della matrice della vita. I processi neuronali che entrano in campo nell’esercizio di queste attività sono associati ai rilassanti e rigeneranti processi del sonno e del sogno. È evidente, dunque, che il sonno non è affatto strano. Al contrario, è fondamentale per lo sviluppo completo, il quale, naturalmente, dipende dall’armonia con l’esperienza creativa dell’evoluzione. Un adattamento individuale al significato e alla creatività globali è fondamentale e sottolinea l’importanza della meditazione e di altri metodi e tradizioni che inducono uno stato di trance. Il legame che si viene a creare − in modo coerente, graduale e gaio − fra cuore e mente del bambino porta necessariamente ad una consapevolezza autentica, empatica ed equilibrata, nonché nella capacità di amare se stessi e gli altri. Nel momento in cui il bambino impara a conoscere, capire e trascendere la realtà − con le sue molteplici sfaccettature interne ed esterne −, l’armonia fra ragione e sentimento emerge con forza e permette lo sviluppo di un’intelligenza emotiva(10) e di una responsabilità a tutto tondo, a contatto diretto con la luce divina delle forze creative dell’universo.(11)

 

 

 

Matriarcato - Saggezza indigena - Umanizzazione

 

- La vita buona (divina) viene plasmata dalle necessità creative dell’interconnessione organica esistente fra tutti gli esseri.

- I consigli dei Saggi, i membri più anziani e sapienti della comunità, aiutano a mantenere l’equilibrio fra le società e la Natura.

- La cultura umanitaria di ogni generazione fa sì che emerga una sensibilità empatica nel processo di sviluppo individuale dei bambini.

- La cooperazione, la comprensione reciproca, la flessibilità creativa e la sensibilità empatica plasmano e sostengono uno stile di vita realmente umano.

- La diversità si trova in un rapporto di complementarietà e reciprocità con l’integrità della diversità; in ciò consiste l’Unione del Tutto o la Convivenza Creativa.(12)

- Un processo di apprendimento puro guida l’uomo a comprendere naturalmente la propria funzione all’interno del suo contesto socio-ecologico.

- Un’esperienza pura ad ogni livello del processo di apprendimento individuale permette l’acquisizione di un sapere trascendente.

- L’armonia deriva dalla totale realizzazione della convivenza fraterna promossa dal sistema patriarcale.

- La risonanza interna all’Unione del Tutto comporta la Creatività dell’Evoluzione Naturale.(13)

 

 

 

La Diversità si trasforma in Armonia attraverso la Risonanza

Il genere umano è giunto, infine, a mietere i tristi frutti di quelle azioni che, come sottolineato da questa analisi, derivano dal disorientamento radicale ed elementare che emerge dalle concezioni e dai progetti sociali dominanti: crescita esponenziale del benessere, con la sua natura illusoria e feticista; cattività nella rete di tensioni fra bene e male − nota come il campo di battaglia di Kurukshetra nella letteratura vedica; e, infine, stagnazione nel circolo vizioso dell’angosciante vortice globale. Gli esseri umani si trovano di fronte a questo spaventoso panorama, che potranno evitare solo se riusciranno a migliorare il proprio comportamento e a dimostrare maggior rispetto e dignità nei confronti della vita. Ciò eviterà la distruzione e la morte ed aprirà un orizzonte nuovo per le generazioni future. Nel momento in cui l’uomo si sforzerà di vivere un’esistenza autentica e coerente con la realtà universale dell’Essere, creerà possibilità concrete di armonia con le forze creative dell’universo. Quando avrà ripristinato il legame con gli spiriti creativi, tornerà a muoversi verso un futuro migliore assieme alla natura che, grazie ai propri istinti genetici, ha sempre seguito la via corretta. Il dono particolare dato all’umanità, il libero arbitrio, troverà un contrappeso in una cultura creativa che seguirà la tradizione della creatività genetica. Quando tale cultura si sarà diffusa a livello mondiale, essa fornirà i mezzi migliori, più salubri, sani e razionali, per garantire la salvezza e la sicurezza mondiale secondo le leggi della natura.(14)

 

Una volta ritrovato il legame mentale con lo Spirito comune della vita,
gerarchie, programmi ed ideologie ci sembrano superflui.
La vita, garantendoci un’esperienza genuina sul piano orizzontale,
ci insegna a diffondere la felicità e l’armonia
e così, una volta per tutte, disperazione e miseria cessano d’esistere

 

Sempre più persone, di ogni estrazione sociale, si concentrano su questo obiettivo, che rappresenta il processo di emancipazione dell’umanità. Ciò porta a confrontarsi, giorno dopo giorno, con l'enorme senso di colpa, doloroso e distruttivo, che − come si diceva − è stato accumulato nel corso della storia anzitutto dall’”uomo bianco”. Se continueremo ad ignorarlo, esso porterà a conseguenze sociali ed ambientali ancor più devastanti. Simbolo evidente di infiniti fatti e condizioni creati dall'uomo, questo senso di colpa deve essere ammesso, riconosciuto, superato e cancellato, affinché l’uomo possa capire cosa siano realmente una vita buona, società pacifiche e convivenza globale e possa stabilire con chiarezza come poterle realizzare. Questa visione va al di là del moderno mondo nichilista, di cui svela le fondamenta ignoranti, criminali, oscene e suicide.

 

Cosa dobbiamo fare?

Partendo da una comprensione profonda ed un riconoscimento integrale del passato e del presente, ci dotiamo di una prospettiva chiara sulla dimensione terrena del Comune Globale, che la bibbia chiama ”paradiso”. Tale prospettiva crea le condizioni affinché i colpevoli sviluppino un senso di vergogna ed un desiderio di compensazione − dunque, non solo di rammarico. Una reale compensazione del male subito porta le vittime e gli svantaggiati ad auspicare la riconciliazione ed il perdono. Ciò, a propria volta, permette di evitare che i disperati cedano al desiderio di vendetta, poiché nella nuova situazione fiducia e speranza si sviluppano e diffondono. Da questa visione e comprensione scaturirà la Forza della trasformazione generale e della guarigione.

È storicamente dimostrato che individui e comunità, nell’arco della propria esistenza ed attraverso il proprio processo di apprendimento e maturazione, possono sviluppare la forza dell’amore nell’ambito delle loro rispettive culture. È arrivato il momento di permettere a questa forza di diffondersi in tutte le culture del mondo. Se l’umanità vuole regalare ai bambini un ambiente armonioso, gli adulti devono abbandonare la violenza, l’ingiustizia sociale e gli squilibri ecologici, in modo da spianare la strada per la riconciliazione dell’umanità al proprio interno e con la natura. Vi è armonia nei rapporti solo se ognuno è disposto ad ascoltare e a dialogare con empatia, se ognuno agisce secondo regole giuste, il cui rispetto è norma e non eccezione. Contrariamente a quanto affermato dall’ingannevole slogan delle élite dominanti, Non esistono alternative, queste condizioni di base permetteranno la nascita di società organizzate in modo del tutto diverso, rispettoso della natura, nella sua diversità, gioia e ricchezza. In questo modo, la vita umana sarà sicura ed armoniosa, sempre ed ovunque.

Al di fuori del patriarcato, del capitalismo e della modernità esiste − ed è sempre esistita − la possibilità di una vita splendida!

Possiamo scegliere il Sumac Kawsay nell’ambito del Comune Globale!(15) Cosa stiamo aspettando?

 

"Vasudhaiv Kutumbakam"
Il mondo intero è una sola famiglia
- - antica filosofia indiana

 

Epilogo: Legami e vincoli che abbattono la schiavitù

Tutti sanno che gli “imperi” mantengono la propria unità per mezzo della violenza. Tutti conoscono le conseguenze durature e devastanti causate dalle società la cui organizzazione ed i cui mezzi si basano sulla violenza. Tuttavia, ben pochi sanno immaginare le possibilità offerte da una più ampia coesione sociale, da una società libera dalla violenza, dai poteri politici paternalistici e dominanti, dalle strutture statali, siano esse democratiche e tiranniche. L’effetto alienante è lo stesso. Gli individui dimenticano le proprie radici naturali ed il proprio stile di vita indipendente e cominciano a dipendere dalle esigenze del sistema

Si prenda come esempio la cattura dell’America latina, di cui generalmente si parla usando l’eufemistico termine “conquista”. In un breve arco di tempo, una manciata di uomini armati saccheggiarono l’intero continente, uccisero milioni di persone e sostituirono le loro culture pacifiche ed economie indipendenti con lo stile di vita europeo. La differenza fra “colonizzazione dell’uomo bianco, olocausto e guerra eterna”, da una parte, e catastrofi naturali quali terremoti, eruzioni vulcaniche ed inondazioni, dall’altra, non risiede solo nel fatto che i primi sono fenomeni creati dall’uomo: essi promuovono ancora oggi, in nome del sistema economico dominante, uno sfruttamento senza scrupoli dei territori ex-coloniali. Gli effetti devastanti di tale sfruttamento minano alla base l’esistenza della natura e dei popoli, mentre l’insensibilità dei conquistatori nei confronti del dolore e, in molte occasioni, della morte delle vittime dei loro attacchi riduce al minimo la loro possibilità di riprendersi. La falsificazione della realtà è sistematica. Crea discordanze e genera confusione mentale ed emotiva. Fa sì che la rottura degli equilibri su cui si basa la vita venga considerata inevitabile ed accettata in quanto tale. Oggi viviamo e subiamo a livello globale le conseguenze di questo comportamento.

L’alienazione umana è un dato di fatto: la maggior parte delle persone non è più in grado di riconoscere le cause e gli effetti dell’attuale drammatica situazione e, di conseguenza, non dedica particolari sforzi al suo miglioramento. In mancanza di un giudizio più sensato, gli individui attribuiscono la colpa a capri espiatori illusori e cedono alla xenofobia, al razzismo, all’ipocrisia, al vittimismo, alla paura e alla paranoia. Come conseguenza si sviluppa un Complesso del Martire che, trovando solide radici nei precetti religiosi e nelle paure alimentate dai mass media, rafforza l’oppressione, la schiavitù e la subordinazione, da una parte, e l’arroganza, dall’altra. Entrambi gli atteggiamenti si consolidano e finiscono con l‘aggravare ancor più lo stato di alienazione.

Un secondo importante aspetto dell’alienazione risulta evidente dalla facilità con cui l’uomo cade nei tranelli dell’”individualismo”. L’individualismo moderno è oggetto di tante e tali lodi che la maggior parte delle persone non comprende che la sua unica conseguenza è la solitudine. L’individualismo moderno, che pone l’accento sull’”egoismo”, si pone in evidente contrasto con il concetto di individuo autonomo che riconosce la propria interdipendenza con gli elemento del cosmo, cui apporta la propria diversità. Ancora troppe persone ignorano l’ovvio conflitto esistente fra un individualismo eccessivamente esaltato e la tediosa monotonia di uno stile di vita proposto dai canali mediatici del sistema. La noia e la frustrazione si trasformano allora in fonti di avidità, delinquenza ed ogni altra debolezza umana. Di conseguenza, l’individualismo non è altro che un mezzo al servizio della distruttiva politica divide et impera! Nelle pagine precedenti, si è illustrato ampiamente come il genere umano sia una specie che più di altre necessita di un contesto sociale creativo ancora inesistente. Solo rapporti sociali che si soddisfano reciprocamente possono garantire la sopravvivenza di un’unione creativa di individui, la “tribù umana globale”. Dunque, perché non studiare coraggiosamente stili di vita alternativi, esistiti nell’arco della storia e tutt’ora presenti al di là della forma mentis imposta dal figlio più giovane del patriarcato, la “modernità”?

Cosa tenne insieme il vasto impero inca, il Tawantinsuyu?(12) Qual è il legame profondo che tiene unite le società non violente? Ritengo sia questa la questione fondamentale per la sopravvivenza del genere umano.

Oggi più che mai risulta evidente la necessità urgente di un’unione e coerenza mentale e spirituale fra il modo di pensare ed agire dell’uomo, da una parte, e le condizioni naturali ed i bisogni ecologici e sociali, dall’altra. Ciò dà sostanza all’intelligenza emotiva della maturità umana, che, con una forza senza pari, è in grado di generare sinergie pacificatrici e sentimenti di unità. In questo modo, si ha coesione senza il ricorso alla violenza. Sulla base di tali condizioni sociali creative, la cooperazione passa per la felicità ed il successo. I concetti di classe e proprietà vengono meno. La famiglia assume il proprio ruolo e le proprie responsabilità senza essere costretta nelle strutture della monogamia. La coesione armonica fra “ayllus” − le unità di base delle società andine − si caratterizza per lo scambio ed il sostegno reciproco fra i membri della comunità. L’individuo e la società nel suo complesso trovano piena soddisfazione nel servire il mondo, di cui vengono garantite conservazione e continuità fin tanto che la comunicazione passa e viene accettata.

Grazie ad una comunicazione aperta, lo scambio libero e multidirezionale di informazioni sostiene e conserva lo spirito (d’amore) unificante e fortificante; sempre che a tale spirito si permetta di emergere e di incanalarsi in azioni e comportamenti concreti. I chaskis, i messaggeri dell’antico Tawantinsuyu, erano per gli Inca ciò che internet è per noi oggi, solo senza le devastanti conseguenze ecologiche di quest’ultimo. L’economia, all’epoca, teneva in conto tanto le condizioni naturali quanto i bisogni delle persone. La tecnologia traeva vantaggio dalla natura e dall’intelligenza umana, facendo attenzione a rispettare i rapporti di forza esistenti fra queste due realtà, che sempre si integrano. Ciò che allora era possibile, oggi è necessario. È la comprensione di questa realtà ad essere costantemente lasciata nell’ombra dai sistemi dominanti: la comprensione dei rapporti reciproci, il sapere tradizionale, che si tramanda con la cultura ed insegna ad agire nel modo corretto, promuovendo quel cambiamento che è necessario per garantire il benessere di tutti. Le leggi o gli strumenti del potere non sono necessari in società che si organizzano secondo principi egualitari. Qui, l’idea di “comune” diventa lapalissiana. “Minka” (comunione) diventa l’espressione per eccellenza della vita. Quest’ultima si fa autonoma e sicura in uno spazio creativo.

 

Considerazione finale riguardo la strada da seguire in futuro:

Patriarcato il concetto stesso è disarmonico poiché incoerente con la realtà. Il concetto stesso pecca di arroganza. La vita non deriva dal principio maschile, che già a livello genetico non è che una variante incompleta - il cromosoma Y - della totalità femminile.  Se il principio maschile decidesse infine di prendere in mano gli eventi o addirittura di monopolizzarli, creerebbe le condizioni necessarie a ricreare il significato originale di ogni cosa. Da qui l’inevitabile contrasto con tutto quanto progettato dal patriarcato: una costante espressione di presunzione destinata a fallire fin dall’inizio. Sfortunatamente, sono ancora troppo pochi coloro che sono disposti a far proprio questo principio. Se così non fosse, questo stile di vita - o piuttosto questo essere costretti e dominati dal sistema - avrebbe cessato di esistere da tempo.

Matriarcato – il concetto stesso è armonioso. Se lo si accetta e lo si vive nel rispetto del suo significato originale, tutto funziona secondo le logiche corrette e costruttive di Madre Natura.

 

Note:

1) - Patriarchy as Negation of Matriarchy - The Perspective of a Delusion -, (Il patriarcato come negazione del matriarcato – La prospettiva di un’illusione), di Claudia von Werlhof
- Capitalist Patriarchy and the Struggle for a 'Deep' Alternative, (Il patriarcato capitalistico e la lotta per un’alternativa “profonda”), di Claudia von Werlhof -
pdf
- Loosing Faith in Progress: Capitalist Patriarchy as an "Alchemical System" (Perdere la fede nel progresso: il patriarcato capitalistico come “sistema alchemico”), di Claudia von Werlhof - pdf
- No Critique of Capitalism Without a Critique of Patriarchy! Why the Left Is No Alternative!, (Impossibile criticare il capitalismo senza criticare il patriarcato! Perché la sinistra non è un’alternativa!), di Claudia von Werlhof -
pdf
- La Globalización del Neoliberalismo, sus efectos y algunas alternativas, (La globalizzazione del neoliberalismo, le sue conseguenze ed alcune alternative), di Claudia von Werlhof -
pdf
- The Interconnectedness of All Being, A New Spirituality for a New Civilisation, (L’interconnessione di tutti gli esseri, un nuova spiritualità per una nuova civiltà), di Claudia von Werlhof - pdf
- Una "filosofía matriarcal de la naturaleza" y una "filosofía histórica crítica del patriarcado" - Hacia la fundación de una "teoría crítica del patriarcado" - Un proyecto interdisciplinario de ciencia política bajo la luz de la actual crisis de la civilización, (Una “filosofia matriarcale della natura” ed una “filosofia della storia critica verso il patriarcato” – Verso la fondazione di una “teoria critica del patriarcato” – Un progetto interdisciplinare di scienza politica alla luce dell’attuale crisi della civiltà) -
pdf
2) -
Reifications, Maps and Authorities (Reificazione, mappe ed autorità), di Antonio Rossin
3) -
The Saharasia Thesis, (La tesi Saharasia), di James DeMeo
4) - Biomimetica: -
http://www.bioneers.org - http://www.biomimicryinstitute.org - Biological Agriculture - Permaculture, http://permaculture.net/, http://www.permaearth.org/, http://www.permaculture.org.uk/, http://www.permacultureportal.com/
5) - È necessario affrontare un problema fondamentale: La frustrazione sessuale e l’aberrazione sono fra le cause principali della violenza e della guerra. In ambito sessuale è particolarmente vero che solo un’esperienza pura può garantire il successo del processo di maturazione dell’uomo ed assicurare, così, rapporti pacifici fra gli individui. Si veda: Eros Unredeemed (L’eros irredento) e Future Without War, Theory of Global Healing (Un futuro senza guerre, Teoria della guarigione globale), entrambi libri di Dieter Duhm,
Meiga Publishers
6) -
The second signal system as conceived by Pavlov and his disciples, di George Windholz in Integrative Psychological and Behavioral Science, Volume 25, Number 4 / Oktober 1990, Springer New York

Secondo gli studi scientifici di Iwan Petrowich Pawlow, il linguaggio umano è un organo informativo di secondo livello. Per Pawlow, le “parole” sono un “organo di segnali” che si sovrappone all’organo di primo livello. Quest’ultimo, che altro non è se non l’informazione primordiale, l’Anima della vita, è condiviso dall’uomo con la vita stessa. Esso consiste in percezioni ed emozioni sensoriali − a partire dal piano genetico-molecolare, attraverso il sistema ormonale, neuronale, ecc., fino alle possibilità e capacità dell’essere umano e alla sua volontà, che acquista una coscienza via via maggiore. Dobbiamo tenere a mente, tuttavia, che il linguaggio, le parole ed i concetti sono solo astrazioni della realtà. Attraverso un processo di autentica reificazione, essi riflettono la realtà così come vissuta, in modo generale ed autonomo, dalla vita. Dati questi presupposti, ogni errore porta allo sviluppo di mondi mentali illusori che possono avere conseguenze pericolose sulla realtà del mondo che creiamo in terra. Di conseguenza, la volontà dell’individuo pienamente consapevole tende a rimaner chiuso in un regno puramente creativo.

Si vedano inoltre:
-
Propiedades de la resonancia: coherencia universal, módulos conceptuales hacia una teoría común de la vida, la evolución y el universo, (Proprietà dell’armonia: coerenza universale, modelli concettuali verso una teoria comune della vita, l’evoluzione e l’universo, un racconto creativo dell’esistenza), di Wolfgang Fischer
-
The Alphabet versus the Goddess, The Conflict between Word and Image, (L’alfabeto contro la dea, Il conflitto fra la parola e l’immagine), di Leonard Shlain
-
Volverse humano (Diventare umani)
-
Emanzipation ad Humanum
-
Navegando hacia el destino de la vida humana, Principios de un sistema de orientación seguro, (Navigare verso il destino della vita dell’uomo, Principi di base per un sistema di orientamento sicuro), di Wolfgang Fischer
7) - Education to Democracy Starts from inside the Family, (L’educazione alla democrazia comincia dalla famiglia), di Antonio Rossin -
PowerPointPresentación
-
The Einstein Project, (Il progetto Einstein), di Antonio Rossin
-
Truth, Belief, and Negative Language, (Verità, convinzione e linguaggio negativo), di Antonio Rossin
-
The Lessened Flexibility Syndrome - LFS, (La sindrome da scarsa flessibilità – LFS), di Antonio Rossin
-
"Religion - Communication - Addiction", ("Religione – Comunicazione – Dipendenza"), di Antonio Rossin
-
Democracy or Fundamentalism: which Education Model?, (Democrazia o fondamentalismo: quale modello educativo? / L’approccio “Grassrootes bottom-Up” all Democrazia), di Antonio Rossin, - pdf
- Prevention of Dehumanization in (classroom) Education, (Prevenire la disumanizzazione dell’educazione (in classe)), di Olek Netzer -
pdf
-
The Real Causes of War beyond the Multicausal Approach, (Le vere cause della guerra al di là dell’approccio multicausale), di Olek Netzer, - pdf
-
Liberation from Psychological Exploitation: The Theory Underlying the Work to be done, (Liberazione dallo sfruttamento psicologico: la teoria alla base delle azioni da intraprendere), di Olek Netzer, pdf
- THAT WAY NEVER MORE - Egalitarian Alternative to the Pyramid of Political Party Power, (Mai più così – Alternative egualitarie alla piramide dei partiti politici), di Olek Netzer,
pdf
-
Prevention and Healing of Dehumanization Applied to Individual Orientation/Belief System, (Prevenzione e guarigione dalla disumanizzazione applicate al sistema individuale di orientamento/convinzioni), di Olek Netzer
- NONVIOLENCE: The Humiliation-free Strategy of Using Power in Political Conflict, (NONVIOLENZA: L’uso del potere nei conflitti politici – Una strategia non umiliante), di Olek Netzer,
pdf
- Holy Land Trust
-
Peace from Harmony
-
World Unity & Peace Education DEP. (WUPED)
-
Transcend Peace University (TPU)
- Non-Violent Peaceforce
(NP)
- The Network of Spiritual Progressives (NSP)
-
The Global Resonance Network (GRN)
- The Cultural Creatives (CC)

8)
- Naturaleza y civilización, un conflicto mortal y posibilidades de sobrevivir - El extrañamiento de la Humanidad - Condiciones para la curación, (Natura e civilizzazione, un conflitto mortale ed il modo per sopravvivere – Alienazione dell’umanità e possibilità di guarigione) di Wolfgang Fischer
- Responsabilidad Global - Una nueva orientación de la cultura y de la política - Pensamientos acerca de un mundo más humanitario, (Responsabilità globale – Un nuovo orientamento a livello culturale e politico – Riflessioni sul significato dell’essere umano, Appello per una civiltà rispettosa della natura, non basata sul denaro e la violenza), di Wolfgang Fischer
- ANTHROPOPTOSIS, Universal mechanism of the socially conditioned self-liquidation of humans, (ANTHROPOPTOSIS, un meccanismo universale di autoliquidazione dell’essere umano condizionata dalla società), di Semenov S.P., Kasatkin V.A., St. Petersburg: TAT, 2007
9) - The Civilisation of the Alchemists, (La civiltà degli alchimisti), un libro manoscritto ad opera di Claudia von Werlhof (2008-2010)
10) -
El sistema de la resistencia social, Nuestra imagen del hombre decide sobre el futuro, (Il “sistema di difesa” sociale, La nostra visione dell’umanità determina il nostro futuro), di Wolfgang Fischer
11) - Transparencia y Transcendencia Son Llaves Para La Paz, Sendero de la Vida o Trayecto Equivocado,Siempre tenemos la Opción de escoger entre Orientacion y Aberración, entre Original y Reemplazo, (Trasparenza e trascendenza, le chiavi della pace, Strada della vita o cammino sbagliato, Abbiamo sempre la possibilità di scegliere fra via corretta e via sbagliata, fra originale e rimpiazzo), di Wolfgang Fischer
-
The Oneness/Otherness Mystery: The Synthesis of Science and Mysticism, (Il mistero dell’Uno e dell’Altro: Sintesi di scienza e misticismo; traduzione non ufficiale), di Sutapas Bhattacharya, Motilal Banarsidass Publishers, Delhi 1999
- The Brainstem Brainwaves of Atman-Brahman: The Synthesis of Science and Spirituality, The Mystery of Existence, (Le onde celebrali del tronco encefalico e l’Atman-Brahman: La sintesi di scienza e spiritualità, Il mistero dell’esistenza), un libro manoscritto ad opera di Sutapas Bhattarcharya (2008-2009),
Previsione pdf

Il filosofo indiano Sutapas Bhattacharya, profondamente legato alla Gran Bretagna, dimostra come il materialismo derivante dalla scienza moderna possa rientrare nel più ampio trascendentalismo del misticismo indiano, secondo il quale l’universo fenomenico si manifesta attraverso le vibrazioni energetiche che derivano dalla Luce della coscienza pura, il terreno dell’Essere. Questa tesi è condivisa dal fisico statunitense Milo Wolff, che ne parla nel suo ultimo libro: “Schrödinger's Universe, Einstein, Waves & the Origin of the Natural Laws”, Technotran Press 2008) (13). Bhattacharya, inoltre, identifica il corrispettivo fisico della Luce divina della coscienza pura (l’Atman, la Natura di Buddha, la Divinità interiore, la Luce di Cristo, ecc.) con un preciso processo cerebrale, le onde cerebrali del sistema di attivazione reticolare del tronco encefalico. Questo legame è ampiamente dimostrato da prove fornite dal sapere fenomenologico induista e buddista. Alcune di tali prove possono essere ritrovate quí.

Cos’è il Sistema di Attivazione Reticolare (RAS)?

La formazione reticolare del tronco encefalico proietta assoni verso tutti i centri cerebrali e, attraverso un continuo bombardamento, attiva il cervello. La definizione tecnica di morte cerebrale è cessazione del RAS. Le onde cerebrali generate dal RAS sono alla base dell’attività di tutte le altre onde cerebrali, continuano anche durante un sonno senza sogni e si interrompono solo con la morte. La medicina moderna distingue fra due diverse componenti della coscienza: l’eccitazione, che dipende dall’attività del RAS, ed i contenuti, che, secondo le ipotesi della medicina, dipendono dalla corteccia cerebrale. L’attività di eccitazione del RAS non è alterata dalla memoria o dai condizionamenti culturali. Per questo, contrariamente ai contenuti − punti di vista sul mondo, concezione di sé, ecc. − rappresenta un processo universale, basilare, originale. Infine, attraverso l’Unione mistica, l’autentica coscienza individuale si dissolve nella Luce interiore, il flusso di energia elettrica derivante dal tronco encefalico. Quanto più grande è la condizione individuale di disorientamento prima dell’esperienza dell’unione mistica, tanto più forte si presenta quest’ultima. Ritengo che l’unione mistica consista in una condizione di armonia fra la dimensione razionale ed emotiva dell’individuo che ha raggiunto l’autentica maturità umana e quella creatività universale e comune che molte tradizioni chiamano Dio. Secondo questa concezione, l’obiettivo dell’umanizzazione non è altro che il raggiungimento della maggior coerenza possibile con la realtà universale che è alla base dell’essere. L’esperienza dell’unione mistica, la profonda sensazione delle forze vitali permettono all’individuo di perseguire il benessere comune e la creatività, così come il piacere dell’attività sessuale è alla base dell’unione sessuale e dunque della continuità della vita. Dopotutto, essere veramente umani significa promuovere una situazione di Amore continuo.

12) - Qhapaq Ñan: The Inka Path of Wisdom, Qhapaq Ñan: El Camino Inka de la Sabiduría (Qhapaq Ñan: Il sentiero inca della saggezza; traduzione non ufficiale), di Javier Lajo, Amaro Runa Ediciones Lima, 2003
- La Sociedad Inka, (La società inca), di Pablo Masias, Sociología Andina, Centro de Estudios Andinos, 2003, Arequipa, Peru (2 capitolos selezionatos)
13) -
Wave Structure of Matter, - Interconnectedness of Being - Full Spectrum Responsibility, Overcoming the Immemorial Assumed Dualism with its Fatally Antagonising Implications on History, (La struttura ad onda della materia – L’interconnessione dell’Essere – Una responsabilità a tutto tondo, Il superamento del dualismo, da sempre accettato, e della sua principale implicazione storica, l’antagonismo), di Wolfgang Fischer
14) - Oltre a quei popoli che continuano a vivere secondo schemi indigeni, vi sono altre comunità che svolgono esperimenti sulla propria organizzazione sociale allo scopo di trovare alternative efficaci al sistema prevalente, profondamente violento. Si veda per esempio
Tamera. Quando il numero di persone consce della propria autonomia innata e dunque pienamente consapevoli dell’ampia responsabilità che gli compete sarà sufficientemente alto, la stupidità letale del principio di base del patriarcato, “distruggere per creare”, risulterà ovvia ed obsoleta agli occhi di tutti. Secondo la ricercatrice scientifica Claudia von Werlhof, esperta delle strutture del patriarcato, è necessario prendere in considerazione cinque diverse categorie di rapporti, nonché il modo in cui essi si riflettono sulla mentalità degli individui e l’organizzazione delle comunità. Essi, infatti, determinano le caratteristiche delle società così come le possibilità d’azione degli individui nel loro ambiente.

1. il rapporto con la natura (economia, tecnologia)
2. relazioni politiche (organizzazione politica, percezione costituzionale della società, civiltà)
3. rapporti fra i generi (modi di convivenza fra i sessi e riproduzione della specie)
4. rapporti intergenerazionali (rapporti di convivenza fra le diverse generazioni e rispettivi legami con il passato ed il presente)
5. il contesto trascendentale
(legame fra vita e morte, risposte a quesiti quali “Da dove veniamo e dove siamo diretti?”). Ciò riconduce al rapporto con la natura.

Una comprensione profonda di questi rapporti, della loro struttura circolare e dei loro effetti, porterà ad una sorta di Rivolta Democratica, che a propria volta condurrà alla realizzazione dei principi fondamentali della non violenza e dell’empatia, attraverso una Comunità di democrazie popolari che sfocerà in una convivenza acratica globale. Approcci orientati a questo obiettivo sono: Sociocracia, che promuove forme organizzative volte a garantire ordini sociali ascendenti. Simpol, che cerca di rompere lo status quo attuale per creare una situazione socio-politica che promuova modelli di comportamento sociale più giusti e responsabili, che non minino la nostra capacità di stabilire la pace ed il benessere comune. Acorn, ovverosia una comunità statunitense in forte crescita che punta sulla base della società per fare la differenza. Harmonic Social Rotation, che promuove un diverso approccio all’organizzazione amministrativa della società, ad un tempo dinamico e stabilizzatore, volto ad equilibrare la tradizionale tendenza delle società umane a cristallizzarsi su forme che, a causa della propria inerzia forzata, non riescono a soddisfare le esigenze di una realtà sempre diversa, e che per questo subiscono scossoni periodici che le portano infine alla distruzione. Just Stop!, che invita a seguire il principio predicato da Gandhi: Non cooperazione non violenta (Nonviolent Noncooperation) con qualsiasi cosa risulti non sostenibile.
- Declaración Final del Foro Social Mundial 2009 en Brasil (Dichiarazione finale del Forum Sociale Mondiale tenutosi in Brasile nel 2009)
- The CONSTITUTION of UNITED DIVERSITY
(La costituzione della diversità unita)
- Change the world without taking power, Cambiar al mundo sin tomar el poder, (Cambiare il mondo senza prendere il potere. Il significato della rivoluzione oggi, Intra Moenia, Napoli 2004
15) - Al fine di abbandonare la terminologia dell’”-ismo” e di superare l’ambiguità della modernità, l’espressione qui proposta, “Comune Globale”, sostituisce il concetto tradizionale di socialismo ed indica un immacolato socialismo della vita. Attraverso la propria cultura non violenta e genuinamente umanitaria, esso aiuta l’individuo a raggiungere la maturità umana, permettendogli di contribuire all’umanizzazione della società globale e alla sua coerenza. L’“ayllú” della cultura andina viene così portato su una dimensione globale.


Emanzipation Humanum, versione 27.4. 2009, Accogliamo con piacere le critiche, i consigli riguardo forma e contenuto, il dialogo e la traduzione in altre lingue.

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http://emanzipationhumanum.de/umanizzazione.html

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